giovedì 29 settembre 2011

Addio Sergio Bonelli


Stamattina si sono tenuti a Milano i funerali del compianto autore/editore Sergio Bonelli, da oltre 50 anni titolare dell'omonima casa editrice.
Personalmente, non l'ho mai conosciuto e quindi non ho un ricordo da offrire.
Voglio solo esprimere il mio cordoglio per la scomparsa di un uomo che, per 50 anni, è stato giustamente identificato con il Fumetto italiano (e non solo quello popolare).

mercoledì 28 settembre 2011

Eccetto Topolino!

Nel numero di settembre del catalogo “Anteprima” della Pan Distribuzione viene segnalata l’imminente uscita di un nuovo saggio di grande interesse per noi fumettomani (e non solo per noi...).

Eccone una copertina (ma mi è stato detto che non sarà quella definitiva)

ed ecco il testo con cui è presentato il saggio

Esattamente tra un mese, il pomeriggio di venerdì 28 ottobre, a Lucca sarà presentato ufficialmente “Eccetto Topolino” di Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama, pubblicato da Nicola Pesce Editore.
Se sarete a Lucca, vi consiglio di essere presenti all'evento.

Io non ho, ovviamente, ancora visto il libro finito, ma ho avuto l’opportunità di leggerne le bozze, man mano che gli autori procedevano nella loro redazione, e posso assicurarvi che si tratta di un saggio documentatissimo e di grande interesse storico (per tacere della piacevole scrittura) e che consiglio a chiunque di prenotarlo subito.
Intanto sappiate che, presto, torneremo a parlare più dettagliatamente di questo libro (è una promessa).

domenica 11 settembre 2011

Scorchy Von Schmidt

Nel post precedente abbiamo recensito un corposo volume su Milton Caniff e Caniff viene solitamente indicato come l’iniziatore (o, almeno, l’esponente di punta) della Scuola Impressionista Americana, che fece furore tra gli Anni Quaranta e Cinquanta, sia negli Stati Uniti che all’estero e che continua ad avere i suoi adepti.

Essenzialmente, si ricorda che tutto iniziò alla metà degli Anni ’30, all’interno dell’agenzia di stampa newyorkese Associated Press Feature Service, dove un giovane e già molto promettente Noel Sickles aveva ereditato la striscia d’avventure aviatorie SCORCHY SMITH.

Abbandonata la mera imitazione stilistica di John Terry (creatore e precedente realizzatore della striscia) e alla ricerca di una sua linea grafica, Sickles lanciò tra gli autori di strisce sindacate la tecnica chiaroscurale che fu ribattezzata impressionistica.

Se Sickles fu il primo ad introdurre sulle pagine dei fumetti quel disegno sciolto e fortemente ombreggiato, il portabandiera dello stile fu proprio Caniff (compagno di studio di Sickles), che si trovò ad adottarlo quasi subito nel suo TERRY AND THE PIRATES.

Altri autori appartenenti a uno stesso circolo gli si lanciarono dietro.
Alfred Andriola (anche lui lavorante presso Caniff e Sickles) utilizzò il “nuovo” stile per CHARLIE CHAN.
Frank Robbins lo adottò rilevando SCORCHY SMITH e poi passò a realizzare JOHNNY HAZARD per la King Features Syndicate.
Mel Graff prima lo assunse nel suo ADVENTURES OF PATSY (per l'Associated Press) e poi, come Robbins, lo portò alla corte di Hearst, andando a realizzarvi SECRET AGENT X-9.
E chiudo l’elenco degli “untori”, che diffusero il “contagio” stilistico, con Charlie Raab, conterraneo e amico di Sickles e Caniff, ghost artist per CHARLIE CHAN e disegnatore delle ADVENTURES OF PATSY, dopo Mel Graff.

E per ricordare solo altri tre autori di primissimo rango, che si distinsero adottando lo stile impressionista, non mi resta che citare l’americano (di ascendenza ungherese) Alex Toth, l’argentino Alberto Breccia e l’italiano Hugo Pratt.

Ma, tra questi illustri nomi, andrebbe, come involontario ascendente, inserito anche il californiano Harold Von Schmidt...

Se non sapete chi sia Von Schmidt, allora non siete proprio conoscitori in tema d’Illustrazione, dato che il suddetto era un illustratore americano tanto famoso e ricercato ai suoi tempi da permettersi di rifiutare l’offerta di realizzare copertine per il prestigioso Saturday Evening Post.

In generale, Schmidt preferiva lavorare per le riviste (ai suoi tempi un illustratore poteva essere famoso come un divo del cinematografo), ma, occasionalmente, illustrava anche qualche libro.

Uno di questi uscì nel 1929 e fu un’edizione di lusso di “Death Comes For The Archibishop” della scrittrice americana Willa Cather, per la cui realizzazione Schmidt spese due anni di lavoro.

Come ci riporta nel suo ponderoso “America’s Great Comic Strip Artists” il dotto Rick Marshall (e lui solo, a quanto io sappia), Sickles ottenne da questo lavoro di Schmidt l’ispirazione per lo stile impressionista.
Anche a non volersi fidare ciecamente di Marshall, una chiara conferma ci viene indirettamente da Bruce Canwell, che nel suo saggio sul volume “Scorchy Smith And The Art Of Noel Sickles” ricorda come l’artista di Chillicothe fosse un appassionato lettore della Cather...

Anche Sickles, come Von Schmidt, divenne un illustratore di successo e, come lui, particolarmente versato nella rappresentazione di temi storici.
Tuttavia, stilisticamente, solo un rigoroso e brillante senso della composizione li accomunò, dato che Von Schmidt era solitamente molto più “pittorico” del più “grafico” Sickles.

Arricchiscono questo post alcune immagini tratte del “fatidico” libro di Willa Cather (clickateci sopra e s'ingrandiranno).
La somiglianza sia con i disegni per SCORCHY SMITH, sia con i successivi lavori di Sickles (soprattutto per i libri del Reader’s Digest) è notevole.






Mi perdonerete, ma voglio sottolineare due ultime bizzarrie.

La prima è una sciocchezza sui nomi: mi sembra curioso che per disegnare uno Smith (Scorchy), si sia usato lo stile di uno Schmidt (Harold Von).

La seconda è che il protagonista del romanzo della Cather (modellato sulla figura storica dell’arcivescovo che, nell’800, fondò la diocesi del New Mexico) proveniva dall’Ohio (Sandusky).
E il caso vuole che dall’Ohio provenissero quasi tutti i protagonisti della nostra storia: Sickles (Chillicote), Caniff (Hillsboro), Graff (Cleveland), Raab (Wheeling).
Davvero piccolo il mondo!

sabato 3 settembre 2011

Milton Caniff

Uno sciapo agosto, pieno di caldo, rogne e progetti abortiti, se ne è andato.
Per fingere di essere stato meno peggio, nel suo ultimo giorno ci ha offerto l’atteso volume dedicato al maestro di Hillsboro.

È così arrivato nelle nostre manine sudate il librone targato IDW “Caniff: a visual biography”.

Potrei anche concludere qui la mia recensione, dato che il titolo già dice tutto: si tratta di un volume di illustrazioni, ordinate cronologicamente, che nel loro scorrere ci offrono uno spaccato della vita e della superlativa carriera del loro autore.

Il libro è un enorme (cm 28x28, come lo “Scorchy Smith and the art of Noel Sickles”) ed elegante cartonato (fintapelle con impressioni in argento), con sovracopertina, stampato a colori su carta patinata, per i soliti 50 bigliettoni.

Il volume non è privo di un testo (opera di Bruce Canwell come per lo “Scorchy Smith”) ed ha prefazioni di Lucy Shelton Casswell e di Dean Mullaney.
Tuttavia, se lo privassimo di immagini e disdascalie, resterebbero solo poco più di una dozzina di pagine...

Difatti, come promette, questo è un enorme art book, con una quantità di immagini che vanno dall’infanzia alla morte del celebrato autore di TERRY AND THE PIRATES.

Caniff è stato sicuramente il fumettista sindacato cui sono stati dedicati il maggior numero di libri, ma anche il conoscitore più navigato credo troverà qualcosa di nuovo nell’enorme corredo iconografico di quest’opera.
La fortuna dei recensori caniffiani è che Caniff stesso era uno che non buttava niente e, soprattutto, che ha lasciato tutto all’Ohio State University, dove si trova una vera miniera d’oro di materiale.

E il libro scava, andando dai primi disegni pubblicati (in età adolescenziale), ai numerosi lavori per riviste scolastiche e universitarie, alle foto e alle cartoline familiari, ai primi lavori giornalistici (per il Columbus Dispatch) e per L’AP (superlativamente riprodotte molte illustrazioni che accompagnavano la serializzazione di romanzi sui quotidiani), alle vignette (un ricco numero di THE GAY THIRTIES) e, naturalmente ai fumetti (DICKIE DARE, TERRY AND THE PIRATES, MALE CALL e STEVE CANYON, di cui abbiamo la riproduzione di varie sequenze, come pure prezioso materiale promozionale).

E mi fermo qui, ma potrei proseguire all’infinito (328 pagine!).

Da prendere e piazzare in biblioteca accanto allo “Scorchy Smith” e alla ristampa di TERRY, aspettando la ristampa di STEVE CANYON (che, come da pubblicità interna al volume, promette di essere la prima cartonata, la prima con tutte le giornaliere non refilate e la prima con le domenicali a colori).

Un adeguato tributo ad un autore che ricordiamo solitamente come un grande narratore, ma dovremmo ricordare anche come un grande disegnatore.