Nel post precedente abbiamo recensito un corposo volume su Milton Caniff e Caniff viene solitamente indicato come l’iniziatore (o, almeno, l’esponente di punta) della Scuola Impressionista Americana, che fece furore tra gli Anni Quaranta e Cinquanta, sia negli Stati Uniti che all’estero e che continua ad avere i suoi adepti.
Essenzialmente, si ricorda che tutto iniziò alla metà degli Anni ’30, all’interno dell’agenzia di stampa newyorkese Associated Press Feature Service, dove un giovane e già molto promettente Noel Sickles aveva ereditato la striscia d’avventure aviatorie SCORCHY SMITH.
Abbandonata la mera imitazione stilistica di John Terry (creatore e precedente realizzatore della striscia) e alla ricerca di una sua linea grafica, Sickles lanciò tra gli autori di strisce sindacate la tecnica chiaroscurale che fu ribattezzata impressionistica.
Se Sickles fu il primo ad introdurre sulle pagine dei fumetti quel disegno sciolto e fortemente ombreggiato, il portabandiera dello stile fu proprio Caniff (compagno di studio di Sickles), che si trovò ad adottarlo quasi subito nel suo TERRY AND THE PIRATES.
Altri autori appartenenti a uno stesso circolo gli si lanciarono dietro.
Alfred Andriola (anche lui lavorante presso Caniff e Sickles) utilizzò il “nuovo” stile per CHARLIE CHAN.
Frank Robbins lo adottò rilevando SCORCHY SMITH e poi passò a realizzare JOHNNY HAZARD per la King Features Syndicate.
Mel Graff prima lo assunse nel suo ADVENTURES OF PATSY (per l'Associated Press) e poi, come Robbins, lo portò alla corte di Hearst, andando a realizzarvi SECRET AGENT X-9.
E chiudo l’elenco degli “untori”, che diffusero il “contagio” stilistico, con Charlie Raab, conterraneo e amico di Sickles e Caniff, ghost artist per CHARLIE CHAN e disegnatore delle ADVENTURES OF PATSY, dopo Mel Graff.
E per ricordare solo altri tre autori di primissimo rango, che si distinsero adottando lo stile impressionista, non mi resta che citare l’americano (di ascendenza ungherese) Alex Toth, l’argentino Alberto Breccia e l’italiano Hugo Pratt.
Ma, tra questi illustri nomi, andrebbe, come involontario ascendente, inserito anche il californiano Harold Von Schmidt...
Se non sapete chi sia Von Schmidt, allora non siete proprio conoscitori in tema d’Illustrazione, dato che il suddetto era un illustratore americano tanto famoso e ricercato ai suoi tempi da permettersi di rifiutare l’offerta di realizzare copertine per il prestigioso Saturday Evening Post.
In generale, Schmidt preferiva lavorare per le riviste (ai suoi tempi un illustratore poteva essere famoso come un divo del cinematografo), ma, occasionalmente, illustrava anche qualche libro.
Uno di questi uscì nel 1929 e fu un’edizione di lusso di “Death Comes For The Archibishop” della scrittrice americana Willa Cather, per la cui realizzazione Schmidt spese due anni di lavoro.
Come ci riporta nel suo ponderoso “America’s Great Comic Strip Artists” il dotto Rick Marshall (e lui solo, a quanto io sappia), Sickles ottenne da questo lavoro di Schmidt l’ispirazione per lo stile impressionista.
Anche a non volersi fidare ciecamente di Marshall, una chiara conferma ci viene indirettamente da Bruce Canwell, che nel suo saggio sul volume “Scorchy Smith And The Art Of Noel Sickles” ricorda come l’artista di Chillicothe fosse un appassionato lettore della Cather...
Anche Sickles, come Von Schmidt, divenne un illustratore di successo e, come lui, particolarmente versato nella rappresentazione di temi storici.
Tuttavia, stilisticamente, solo un rigoroso e brillante senso della composizione li accomunò, dato che Von Schmidt era solitamente molto più “pittorico” del più “grafico” Sickles.
Arricchiscono questo post alcune immagini tratte del “fatidico” libro di Willa Cather (clickateci sopra e s'ingrandiranno).
La somiglianza sia con i disegni per SCORCHY SMITH, sia con i successivi lavori di Sickles (soprattutto per i libri del Reader’s Digest) è notevole.
Mi perdonerete, ma voglio sottolineare due ultime bizzarrie.
La prima è una sciocchezza sui nomi: mi sembra curioso che per disegnare uno Smith (Scorchy), si sia usato lo stile di uno Schmidt (Harold Von).
La seconda è che il protagonista del romanzo della Cather (modellato sulla figura storica dell’arcivescovo che, nell’800, fondò la diocesi del New Mexico) proveniva dall’Ohio (Sandusky).
E il caso vuole che dall’Ohio provenissero quasi tutti i protagonisti della nostra storia: Sickles (Chillicote), Caniff (Hillsboro), Graff (Cleveland), Raab (Wheeling).
Davvero piccolo il mondo!
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