lunedì 24 ottobre 2011

Eccetto Topolino (parte seconda)

Come promesso in un post precedente (http://testanellenuvolette.blogspot.com/2011/09/eccetto-topolino.html), ritorno a parlare dell’imminentissimo saggio “Eccetto Topolino” (sopra la copertina definitiva), che sarà presentato a Lucca il 28 ottobre.

Intanto vi mando al blog relativo: http://eccettotopolino.blogspot.com/

Ma cos’è “Eccetto Topolino”?

Il titolo rimanda subito alla normativa del Ministero della Cultura Popolare, che, nel 1938, bloccò l’importazione di fumetti americani con l’eccezione di MICKEY MOUSE.
Di questo pure parla il libro (e del rifiuto, da parte del regime fascista, del Fumetto, visto come prodotto americano e quindi culturalmente indesiderabile), ma di molto altro.

In effetti, è un approfondito saggio sulla storia dell’editoria a fumetti in Italia dal 1932 alla Liberazione.

Queste date (d’inizio e fine) hanno una loro ragione.

Siamo (giustamente) soliti fare iniziare la storia del Fumetto italiano, nel Natale del 1908, con il primo numero del “Corriere dei Piccoli”.
Tuttavia, anche se il mitico Corrierino pubblicò, sin dall’inizio, fumetti (e pure fumetti americani: BUSTER BROWN era sulla prima pagina del primo numero), si trattava di opere che poco somigliano ai fumetti come li intendiamo oggi (o come, già allora, li intendevano negli Stati Uniti).
Erano brevi storie umoristiche che si esaurivano in una sola pagina, prive di nuvolette e dotate di versi rimati in calce alle vignette (in pratica il “formato SIGNOR BONAVENTURA”).
E anche i fumetti importati dall’America erano adattati in questo formato.
Formato che rimase egemone, in Italia, per un quarto di secolo...

Fu alla fine del 1932 che l’editore milanese Lotario Vecchi ruppe questo dominio, mandando in edicola il settimanale “Jumbo”, la prima rivista italiana di fumetti “moderni” (scusate se non mi dilungo a spiegare il perché).

Identificato il motivo per cui il trio Gadducci-Gori-Lama inizia la sua disamina nel 1932, è facile chiarire perchè questa disamina non può che essere sospesa alla Liberazione.

Solitamente, i collezionisti parlano di Fumetto Anteguerra, ma io preferirei chiamarlo piuttosto “pre-Liberazione”, dato che la guerra in Italia non terminò simultaneamente su tutto il territorio nazionale e certo non terminò con l’armistizio di Cassibile (quello del famoso annuncio dell’8 settembre 1943), poiché i combattimenti proseguirono anche fino al maggio del 1945.

Il motivo per cui, comunque lo si voglia chiamare, questo periodo è un momento fondante nella storia della nostrana editoria a fumetti è legato non solo all’esplosione del moderno Fumetto (soprattutto avventuroso), ma anche alla frizione che si creò quasi subito con gli ambienti accademici e, soprattutto, politici e che portò a uno scontro che avrebbe potuto essere letale per il nostro amato Fumetto.

Il saggio del trio toscano ci proietta così in un complesso intreccio d’interessi economici e politici, nel mezzo del quale si sviluppa l’esplosione dell’editoria e la sua censura, la nascita delle prime scuole fumettistiche nazionali e le prime prese di posizione teorico-critiche.

Tutto questo grazie all’accesso a documenti finora mai analizzati, provenienti dagli inediti archivi di Guglielmo Emanuel (allora agente italiano della King Features Syndicate) e di Federico Pedrocchi (editor-sceneggiatore di primo piano presso la Mondadori).

Un’imperdibile ed eccitante ricostruzione storica, che spazza via diverse vulgate tramandate acriticamente per troppi anni ed offre uno spaccato approfondito degli eventi come dei diversi attori principali di un momento storico-artistico fondamentale per la cultura del nostro paese.

Ma di questo libro riparleremo ancora, nel dettaglio, dopo Lucca...

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