lunedì 31 agosto 2009

Connie Kurridge: una ragazza da non dimenticare


Dato che nel precedente post ho indicizzato un volume ANAFI di tavole domenicali della serie CONNIE (volume da me curato), vorrei oggi spendere qualche parola su quest’eroina, anche per via dei rapporti che mi hanno legato a lei per tanti anni e che, ahimé, sembrano prossimi alla conclusione.

CONNIE (al secolo la signorina Constance Kurridge) era opera del fumettista americano Frank Godwin, che iniziò a narrarcene le avventure nel 1927, quando ne fece la protagonista di una serie di pagine domenicali per l’agenzia Ledger di Filadelfia.

In principio, si trattava solo di brevi gag, ma, nella seconda metà degli Anni Venti, i quotidiani americani scoprivano il valore delle continuity come mezzo per fidelizzare i propri lettori (cosa che, chissà perché, iniziarono a dimenticare trent’anni dopo...) e nascevano le strisce avventurose e quel loro “to be continued”, pieno di promesse.

E, così, la Ledger, nel 1929, lanciò anche una versione in striscia giornaliera, dove l’avventura faceva capolino, ma in forme leggere fino alla vera e propria parodia.
Poi, complice anche il mutato clima sociale (la Grande Depressione aveva reso anacronistiche le frivole attività di una ragazza benestante la cui maggiore preoccupazione era liberarsi di un pestifero corteggiatore), la nostra Connie divenne un’eroina a tutto tondo, forse la prima eroina “seria” della Storia del Fumetto.
Investigatrice, aviatrice, attrice, giornalista, esploratrice, agente segreto, Connie non si legava ad una professione quanto al gusto dell’avventura e visse, nella seconda metà degli Anni Trenta, il suo periodo d’oro, con lunghe sequenza ricche di originalità, tinte di Giallo, Orrore, Fantascienza.
Il tutto servito dal delizioso disegno di Frank Godwin, dettagliato, ma sciolto e ricco di evocativi tratteggi, sotto l’influenza di James Montgomery Flagg e Charles Voight (il fumettista autore di PETEY DINK e BETTY, personaggio questo verso cui la prima Connie ha più di un debito).

L’eroina si estinse (con tutta l’agenzia Ledger) all’inizio degli Anni ’40.
Il Philadelphia Evening Public Ledger chiuse i battenti il 5 gennaio 1942 e, nonostante una nota enciclopedia curata da Maurice Horn dica che CONNIE sia durata fino al 1944, io penso che difficilmente abbia passato il dicembre 1941, o, magari, che sia cessata proprio il 15 febbraio 1941 (data dell’ultima striscia in possesso della collezione lasciata da Bill Blackbeard all’Ohio University).

Poi, per decenni, la serie, nonostante l’alta qualità, fu dimenticata.
Improvvisamente, nel 1968, in Francia (terra dove l’eroina aveva goduto di grande fortuna), la prestigiosa rivista Phénix presentò la ristampa di un vecchio episodio apparso sul Journal de Mickey. Seguirono, per un ventennio, altre occasionali ristampe, sia in Francia, che negli Stati Uniti, che in Italia.
Ma furono sempre operazioni parziali: persino il libro della Hyperion dal roboante titolo “Connie: A Complete Compilation, 1929-1930” del 1977 non offriva, in fondo, che la prima annata delle giornaliere (e pure in un formato piuttosto piccolo).
Chissà, se in questa era delle ristampe sindacate, qualche editore di buona volontà ci offrirà mai una ristampa integrale del personaggio...

Nel prossimo post (il n.100!!!) vi svelerò come le nostre strade (la mia e quella di Connie) si sono incrociate.

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