domenica 26 febbraio 2012

Cosa mi piacerebbe vedere ristampato...




In un mio post precedente, avevo manifestato la preoccupazione che gli editori di collane di fumetti sindacati finissero col concentrarsi solo sui personaggi molto noti (come i multipli FLASH GORDON).

Personalmente, se potessi scegliere cosa veder ristampato, ci sono alcune serie che gradirei molto. E non parlo solo di serie “maggiori” (come THE GUMPS o BARNEY GOOGLE o ALLEY OOP), meritevoli per ragioni storiche di un’adeguata ristampa, ma anche di serie “minori”, storicamente non altrettanto seminali, ma comunque assai gradevoli.

Ad esempio, tra queste mi piacerebbe poter vedere una bella ristampa di MING FOO, una semipagina domenicale distribuita dal 17 marzo 1935 al 28 marzo 1943 dalla King Features Syndicate come topper di LITTLE ANNIE ROONEY.
 Gli autori erano gli stessi della versione domenicale di LITTLE ANNIE ROONEY, ovvero lo scrittore Brandon Walsh (1882-1954) e il disegnatore di nascita russa Nicholas Afonsky (1891-1943).

Si trattava di una gustosa serie avventurosa molto “classica”, con un disegno un po’ grottesco, ma ricco di dettagli.

Prima del 1935, il personaggio di Ming Foo era già apparso consistentemente nelle domenicali di LITTLE ANNIE ROONEY, ma la sua storia aveva radici ancora più lontane.

Dagli Anni ‘20, nelle tavole domenicali della serie THE GUMPS, il protagonista era spesso il piccolo Chester Gump, che viveva storie avventurose in compagnia del saggio cinese Ching Chow (apparso per la prima volta nella domenicale dell’8 febbraio 1925), servitore del ricchissimo zio australiano Bim Gump (modello di personaggi successivi come Daddy Warbuck in LITTLE ORPHAN ANNIE o SCROOGE McDUCK), e in compagnia anche del barbuto marinaio Sam Salt. Quelle domenicali, pur se firmate da Sidney Smith, erano disegnate da Stanley Link e scritte proprio da Brandon Walsh (almeno, fino al 1929).
Evidentemente, il trio di personaggi doveva piacere molto a Walsh, che li trapiantò (dal 1934) nelle tavole domenicali di LITTLE ANNIE ROONEY con i nomi di Joey Robbins (nipote del multimilionario-esploratore George Robbins, uno dei tanti benefattori di Annie), Tom Trout (capitano della nave Sea Swallow) e, naturalmente, Ming Foo.

In effetti, Rick Marshall in un vecchio numero della sua rivista Nemo segnalava che il personaggio era apparso anche nelle giornaliere di LITTLE ANNIE ROONEY e nelle domenicali di DONNIE (entrambe disegnate da Darrell McClure).

Dopo aver vissuto diverse avventure all’interno della serie di LITTLE ANNIE ROONEY, i tre eroi furono trasferiti, dal 17 marzo 1935, in una serie propria, che sostituì FABLETTES, il topper precedente di LITTLE ANNIE ROONEY.
Questa serie autonoma, terminò con la tavola del 28 marzo 1943 a seguito della malattia e della morte di Afonsky.

In effetti, gli episodi domenicali di LITTLE ANNIE ROONEY del 1934 sembravano in tutto e per tutto già delle avventure di Ming Foo, dato che la piccola orfanella era assente e i protagonisti erano i nostri tre avventurieri giramondo (a volte accompagnati dallo zio George).

Di queste avventure di Ming Foo, precedenti la nascita della serie MING FOO, due furono pubblicate in Italia dall’editore Lotario Vecchi.
L'episodio domenicale dal 6 giugno al 2 settembre 1934 fu pubblicato su L'Audace #60/74 (23 febbraio/1 giugno 1935) con il titolo La Cintura di Diamanti, dove Annie Rooney era ribattezzata Annabella, Joey Robbins era ribattezzato Joe Rossello e il capitano tradotto letteralmente in Tom Trota. La pagina era introdotta da STORIELLE QUASI STUPIDE (FABLETTES) fino al #73 (l'ultima puntata fu in bianco e nero e senza topper).
Anche l’episodio domenicale pubblicato su Jumbo #152/178 (30 novembre 1935/30 maggio 1936) con il titolo La Fiamma di Ghiaccio precedette la nascita della serie autonoma di MING FOO. Erano, infatti, le Sundays di LITTLE ANNIE ROONEY dal 23 settembre 1934, perciò seguenti a quelle dell’episodio de L’Audace, ma precedenti alla nascita della serie autonoma (che avvenne il 17 marzo 1935). Qui i nomi erano Ping Pong e Andrea Ventoso, mentre Joey era spacciato per un giovane indù di nome Pallagomma. Le tavole di Jumbo, dal #152 fino alla quarta striscia del 154 (14 dicembre 1935) riproponevano le ultime 4 pagine de L’Audace, per poi proseguire con tavole inedite.

Gli episodi della serie vera e propria furono pubblicati in Italia dalla Mondadori con il titolo La Rondine dei Mari su I Tre Porcellini (dal #93 del 31 dicembre 1936 al #97 del 28 gennaio 1937) e Paperino (dal #1 del 30 dicembre 1937 al #37 dell’8 settembre 1938) e da Nerbini su Giungla (dal #144 dell’8 maggio 1938 al #176 del 18 dicembre 1938) e Pisellino (dal #16 del 1° settembre 1940 al #7 del 16 febbraio 1941, dove dal #16 del 1° gennaio 1940 alla seconda striscia del #28 del 14 novembre 1940 sono riproposte le tavole di Giungla dall’ultima striscia del #164 al #176).

Nerbini ristampò le pagine di Giungla (dal #164 al 176) e di Pisellino (dal #28 al #7 del 16 febbraio 1941) vennero ristampate nella Collana Albi Grandi Avventure: Il Capitano di Ferro (giugno 1941).

Nel Dopoguerra, Nerbini ristampò la serie in quattro albi della Collezione Albi Rubino #4: La Rondine dei Mari (18 maggio 1947), #6: Il Tesoro dell’Isola (15 giugno 1947), #7: Il Capitano di Ferro (6 luglio 1947), #8: La Fine di Chang-Ho (20 luglio 1947) con abbondanza di vignette apocrife e tavole lucidate.

L’episodio di Giungla fu ristampato su Linus #32 (1965), ma solo fino alla parte apparsa su Pisellino #25.

Il Nerbiniano sui #1 e 2 del 1982 ripresentò delle tavole riprese da Giungla.

Le Edizioni Studio Effepici ripresentarono nella collana La Giraffa (1982) il solito episodio già presentato su Giungla e Pisellino.

Negli inserti della rivista Il Fumetto (1983) venne presentato l’episodio inedito con le domenicali dal 30 aprile al 31 dicembre 1939.

domenica 12 febbraio 2012

“Oh, Pancho!" “Oh, Cisco!”

La Classic Comics Press, che già ci aveva dato ON STAGE, THE HEART OF JULIET JONES, BIG BEN BOLT e DONDI, ci offre il primo volume di una sua nuova collana
Come usualmente, per 25 dollari, è un volume stampato in bianco e nero su buona carta opaca, di formato cm 21x28, con tre strisce giornaliere a pagina, brossurato (senza sovracopertina o alette). La copertina a colori (che rielabora un disegno di Salinas) è opera di Dominic Bugatto.

Il libro è introdotto da Sergio Aragonés, le cui parole sono seguite da una biografia del famoso scrittore americano O. Henry (William Sidney Porter) e dalla ristampa integrale del racconto del 1907 “The Caballero’s Way”, che può considerarsi l’atto di creazione del personaggio di Cisco Kid.

A questo proposito, credo sia il caso di spendere due parole.

Cisco Kid, come ce lo tramanda questo fumetto e altre narrazioni “multimediali” è il risultato di una lunga evoluzione.
In principio, era il suddetto racconto western di O. Henry, dove il personaggio era un crudele bandito pluriomicida americano (e non messicano), tuttaltro che affascinante, ma cavalleresco, che, incapace a farlo direttamente, si vendica in modo astuto e obliquo della sua donna infedele.
Da questo racconto vennero tratti due primi film (muti) nel 1914 e 1919. Quindi, nel 1928, venne un  fortunatissimo film (In Old Arizona) diretto da Irving Cumming e Raul Walsh, con protagonista Warner Baxter (che vinse l’Oscar). Se la storia è fondamentalmente uguale al racconto, il personaggio interpretato da Baxter è stavolta un affascinante e simpatico bandito messicano (dall’atroce accento spagnolo). Baxter tornò ad interpretare il suo fuorilegge in un rifacimento sonoro del 1931 e, poi, nel 1939, nel film "The Return of Cisco Kid", dove, ormai, il personaggio era una sorta di Robin Hood messicano. Il suo posto fu poi preso da Cesar Romero per altri sei film fino al 1941.
Nel 1942, il personaggio approdò alla radio con Jackson Beck come protagonista e Louis Sorin come Pancho (personaggio qui introdotto e che non figurava nei film precedenti, come pure nel racconto di O. Henry). Qui Cisco e Pancho sono ormai un’allegra coppia di eroi raddrizzatorti (diciamo che siamo alla versione definitiva, ben diversa dall’originale letterario).
Il personaggio tornò sul grande schermo tra il 1945 e il 1950 in varie pellicole dove si alternarono Duncan Renaldo e Gilbert Roland.
Negli ultimi cinque film, il ruolo di Pancho fu assunto da Leo Carrillo, mentre nella pellicola conclusiva Renaldo indossò la tipica camicia nera con ricami floreali, che divenne un altro “marchio di fabbrica” del personaggio.
Renaldo e Carrillo furono quindi i protagonisti di una lunga serie di telefilm (storicamente, i primi girati a colori) iniziata nel 1950.

La serie a fumetti prodotta e distribuita dalla King Features Syndicate era direttamente ispirata a questi telefilm e proseguì dal 1951 al 1968, sopravvivendo di molto sia alla serie televisiva, che a quella radiofonica, entrambe concluse nel 1956.

Il nostro volume di strisce, ristampa proprio questa serie a fumetti (il personaggio era già apparso nei comic books, prima che sui quotidiani), dal principio, 15 gennaio 1951, fino al 31 gennaio 1953 (un bel malloppo di oltre seicento strisce per otto episodi).

Oltre a queste e ai contenuti già elencati, abbiamo nel libro un breve ricordo del disegntore José Luis Salinas (opera di Dennis K. Wilcutt) e una postfazione di Charles Pelto, che spiega le peripezie nella raccolta dei materiali usati per il volume.

Per quanto gradito risulti il volume, è proprio la qualità dei materiali che più mi lascia insiddisfatto, dato che molte strisce hanno un tratto “allargato”, che mortifica l’elegante ed elaborato disegno del grande Salinas (principale motivo del fascino di questa serie, con tutto il rispetto per le simpatiche storie di Rod Reed...)
Non ho la forza (nel senso fisico: dovrei spostare un paio di metri cubi di carta) per verificare se le ristampe italiane dei Fratelli Voltolina avessero lo stesso problema, ma spero che nei prossimi volumi si possa vedere ristampato materiale di maggior pregio.

sabato 4 febbraio 2012

Il Canyon Colorato

Naturalmente, ben sapendo che non so resistere a un titolo scemo, avrete capito che non intendo parlare delle meraviglie naturali di Sharm El Sheik (non sono proprio il tipo del viaggiatore...), ma di qualcosa già annunciato in un post precedente.
Difatti, è arrivato il primo tomo della nuova serie della IDW Publishing “The complete Steve Canyon Volume 1: 1947-1948”, che ristampa i primi due anni (dall'inizio, 13 gennaio 1947, al 1° gennaio 1949) dell’opera postbellica di Milton Caniff.

Il volume si presenta con quasi tutte le caratteristiche dei precedenti libri dedicati a TERRY AND THE PIRATES (in libreria potrete mettere tranquillamente i tomi della nuova collana accanto ai sei della vecchia).

Si tratta di un cartonato con sovracopertina a colori, formato orizzontale di cm 22x28, con tre strisce giornaliere (in bianco e nero) o una domenicale (a colori) per pagina, carta pesante, 336 pagine, accattivante grafica, breve prefazione di Dean Mullaney e ricca (e ben illustrata) introduzione dell’ormai usuale Bruce Canwell, al costo di 50 dollari.

Rispetto ai TERRY mancano l’indice analitico e la cartonatura non è più in fintapelle, ma la stampa non è davvero malaccio e, per la prima volta (rispetto alle precedenti edizioni di STEVE CANYON), abbiamo finalmente le Sundays nei colori originali e non è cosa da poco (senza trascurare che le giornaliere, vivaddio, sono tutte non refilate).

Chi ben conosce Caniff, sa che il vecchio Milt aveva uno stile di colorazione molto interessante, meritevole di essere studiato e questo volume ce ne offre finalmente la possibilità.