domenica 25 dicembre 2011

Auguri!

E  ve li fa anche il "cast" di FRANK CARTER

giovedì 22 dicembre 2011

Cosa NON chiedere a Babbo Natale

In tempo per le feste ho ricevuto il primo volume della cronologia integrale delle strisce giornaliere di JOHNNY HAZARD della Hermes Press.

È un volume cartonato di 240 pagine in piccolo formato (26x16 cm).
La copertina è plastificata e a colori, ma non manca la solita sovracopertina plastificata e a colori, che presenta la stessa, identica, brutta immagine, già presente sulla copertina (perché fare le sovracopertine per un libro che ha già una cartonatura plastificata?)
Il volume ristampa in bianco  nero, su carta patinata, tutte le strisce giornaliere del capolavoro di Frank Robbins dall’inizio (5 giugno 1944) al 19 novembre 1945 (e, come al solito, solo due per pagina).
La prefazione è dello stesso editore Daniel Herman, curatore anche della “grafica” del volume.

Che dire di buono di questa edizione? PROPRIO NIENTE!

La “prefazione” è una misera pagina (tanto breve che è presente integralmente anche su un’aletta della sovracopertina).
Il materiale iconografico si limita alla riproduzione a colori di tre copertine di comic books.

TUTTE le strisce sono refilate!!! (se non sapete cosa significa, ve l’ho spiegato qui:

E questa “meraviglia” costa solo... CINQUANTA dollari!?!

ON STAGE (softcover per $25) o MICKEY MOUSE (hardcover a $30) ci danno lo stesso numero di pagine, ma con TRE strisce a pagina e migliori (sarebbe difficile il contrario) ”contenuti speciali”!
Per soli 40 dollari POGO ci dà anche le domenicali a colori!

Il sig. Herman deve credere che i collezionisti di fumetti siano proprio degli allocchi...

lunedì 12 dicembre 2011

Flash & Jim


I miei post s‘infittiscono in diretta conseguenza della ricchezza d’uscite nel periodo natalizio.
Così, oggi, tocca recensire “Flash Gordon and Jungle Jim”, il nuovo volume dell’IDW Publishing (arrivatomi contemporaneamente al loro terzo di X-9/Corrigan).

Si tratta di un enorme cartonato con copertina plastificata, di 156 pagine a colori su spessa carta opaca, in formato 30x40 per 75 dollari.
Praticamente, è simile per caratteristiche editoriali (compresa la grafica di Lorraine Turner) al già trattato volume di POLLY AND HER PALS.

Questo è il primo di una serie di quattro volumi e ristampa le tavole domenicali di Alex Raymond dall’inizio (7 gennaio 1934) al 31 maggio 1936.
Dato che le domenicali del maestro di New Rochelle erano composte da FLASH GORDON con JUNGLE JIM come topper, è così che le troviamo qui riprodotte (tranne che per i pochi mesi del 1935 in cui i due fumetti furono preparati per essere distribuiti in formato tabloid e quindi erano in pagine separate).

Arricchisce il tomo un’interessantissima prefazione dell’ubiquo Bruce Canwell che, finalmente, fa luce sulla vita e l’opera dell’elusivo Don Moore, che, forse per la prima volta, riceve anche un po’ del credito che gli spetta (nel colophon), pure se, in copertina, campeggia il nome del solo Raymond.

Il volume è assolutamente da consigliare, sia per la buona stampa (migliore per qualità e formato rispetto alle ristampe Kitchen Sink o Checker Books, anche se non paragonabile alle ristampe della buona vecchia Comic Art), sia per la gradita idea di mostrare FLASH GORDON e JUNGLE JIM in coppia, così come erano originalmente intesi.

sabato 10 dicembre 2011

I go Pogo!

Rioccupiamoci subito della Fantagraphics Books, che, dopo numerosi rinvii, ha, finalmente, pubblicato il primo di 12 volumi dedicati alla ristampa integrale del POGO di Walt Kelly.

Questo primo volume è un cartonato in tela blu con impressioni, sovracopertina plastificata a colori, ben stampato a colori (tavole domenicali) e in bianco e nero (strisce giornaliere) su carta opaca, in formato cm 29x24, di 290 pagine al prezzo di 40 dollari.

La grafica della collana è curata da Carolyn Kelly (figlia di Walt), che ha curato anche il restauro del fumetto paterno.

Il libro si apre con una prefazione dei curatori (Kim Thompson e Carolyn Kelly), seguita dal dettagliato indice dei contenuti.
Segue poi una breve introduzione di Jimmy Breslin e una più corposa di Steve Thompson.
Quindi, sono ristampate (tre per pagina) tutte le giornaliere dall’inizio (16 maggio 1949) al 31 dicembre 1950.
Segue ancora un’introduzione di Mark Evanier sull’uso del colore nella versione settimanale, che precede la ristampa (naturalmente a colori) delle half-pages domenicali dall’inizio (29 gennaio 1950) al 30 dicembre 1950.
Segue pure l’intera raccolta delle strisce pubblicate sul New York Star dal 4 ottobre 1948 al 23 gennaio 1949), che precedettero la distribuzione da parte dell’agenzia Post-Hall.
Tutto si chiude con una postfazione di R.C. Harvey, ricca di note esplicative, che svelano al lettore moderno gli agganci delle strisce con la cronaca del tempo.

Quindi, come già in altre serie (POPEYE, o il LI’L ABNER della IDW), domenicali e giornaliere sono state separate e non ordinate cronologicamente (un fastidio di pochissimo conto).

Devo comunque riconosce che la lunga attesa è stata giustificata dal bel risultato.

giovedì 8 dicembre 2011

Carl Barks’ Donald Duck

Abbandoniamo, per un momento, le ristampe di Fumetto delle agenzie giornalistiche, per occuparci del debutto di una nuova collana della Fantagraphics.
È, infatti, apparso il primo volume della prevista ristampa integrale del DONALD DUCK di Carl Barks.

Qualcuno dirà: roba vecchia!
In effetti, l’ANAFI ce l’aveva già offerto e la rivista “Zio Paperone” aveva fatto altrettanto, senza dimenticare “La grande dinastia dei Paperi” e, prima di tutti, la “Carl Barks Library” dell’Another Rainbow.

Mi spiace contraddirvi, ma questa della Fanta rischia davvero di essere l’edizione definitiva dell’opera barksiana.

Questo primo volume (Donald Duck “Lost in the Andes”) è un bel cartonato in formato cm 19x26, ottimamente stampato a colori su buona carta opaca leggera e con copertina plastificata (senza sovracopertina). Il tutto al prezzo di $24.99.

Le pagine sono 226 (circa 200 di fumetti) e vi sono ristampate le storie barksiane dal dicembre 1948 all’agosto 1949.
Si apre con una biografia di Barks redatta da Donald Ault (noto esperto barksiano).
Seguono le storie lunghe relative al periodo in questione, poi le storie da dieci pagine e, infine, le storie da una pagina.
In chiusura, abbiamo una serie di brevi saggi dedicati ad ogni storia (ad opera di una serie di esperti tra cui i nostri Becattini, Gori, Priarone e Stajano).
In ultima pagina abbiamo le biografie dei collaboratori e un elenco delle storie con luogo e data di prima pubblicazione.

La grafica è accattivante (con la copertina elaborata da Jacob Covey e gli interni da Tony Ong) e una particolare menzione va al colorista Rich Tommaso, che ha compiuto un umile ma prezioso lavoro, ricolorando tutte le pagine, ma usando come guida i colori della prima edizione in albo delle storie (niente oscene ricolorazioni pesantemente photoshoppate, che Groth pare odiare quanto me).

È prevista l’uscita di due volumi l’anno e la collana durerà circa 30 libri.

Ma il meglio devo ancora scrivervelo: le storie presentate sono finalmente senza censure!
Se andiamo a vedere la mitica “Woodoo Hoodoo", ad esempio, il trombettista Bop Bop, che Donald incrocia nella prima tavola, è finalmente ritornato un afroamericano e parla con un’accento del Sud (AN’ IF AH EVAH DOES, IT’LL BE JUST A SHORT GLANCE).

L’assurdo revisionismo politically correct della vecchia “Carl Barks Library” è stato finalmente accantonato!
E, secondo quanto aveva detto Gary Groth in una vecchia intervista, tutto ciò avviene in un’edizione mirata ad essere “popolare” e non “per collezionisti”!!!

Niente difetti? Ebbene, uno c’è di sicuro: il povero Alberto Becattini nei ringraziamenti iniziali è diventato “Becatinni” e nelle note finali è divenuto “Beccatini”, ma pretendere che degli Americani mettano le doppie consonanti al punto giusto è cosa davvero spropositata (e, comunque, hanno sbagliato solo due volte su quattro...).

martedì 29 novembre 2011

Fumetto 79


In attesa dell’imminente mostra di Reggio Emilia del 3 e 4 dicembre 2011, dove sarà presentato il n.80 della rivista dell’ANAFI, indicizziamo il recente n.79.

#79 – ottobre 2011 – 90+8

Copertina: Sandro Dossi

Noi, orfani insieme a Zagor (Gianni Brunoro) SERGIO BONELLI

ESSE... come fumetto! (Luciano Tamagnini) ED. ESSE – ARMANDO SILVESTRI (SILVAR) – BUFFALO BILL – ORSON L’UOMO DEGLI SPAZI

Due fratelli per il fumetto: Alberto e Mario Guerri (Luigi Marcianò)

Una collana che doveva nascere... (Luciano Tamagnini) ALBERTO GUERRI – IL FANTASMA NERO

IL FANTASMA NERO (fumetto di Alberto Guerri)

Burro e formaggio per il disegno (Enrico Anceschi)

Sulle tracce di Mark Trail (Alberto Becattini) ED DODD – TOM HILL – JACK DAVIS – JACK ELROD – BACK HOME AGAIN

MARK TRAIL: (fumetto di Ed Dodd)

Mauro Laurenti zagoriano erotico (Enrico Anceschi)

La nuova edizione de L’Eternauta (Giulio C. Cuccolini) EL ETERNAUTA – FRANCISCO SOLANO LOPEZ, HÉCTOR GERMAN OESTERHELD – 001 EDIZIONI

INSERTO: In ricordo di Al Williamson (a cura di Giancarlo Danieli e Renato Rizzo)

In ricordo di Al Williamson (Renato Rizzo)

Star Wars (fumetto di Archie Goodwin e Al Williamson)

Al Williamson: una vita dedicata ai comics (Giancarlo Danieli)

The Strangers from Space (fumetto di Al Williamson e Roy Krenkel)

The Little Earth (fumetto di Al Williamson e Reed Crandall)

Fangs of the Black Orchid (fumetto di Al Williamson e Ralph Mayo)

The Death of Dallas Dawson (fumetto di Al Williamson e Roy Krenkel)

Le mille vite di Geppo (Andrea Leggeri) RENATO BIANCONI – LUCIANO BOTTARO – ALESSIO MAZZANTI – GIULIO CHIERCHINI – GIOVAN BATTISTA CARPI – LUCIANO GATTO – MICHELE GAZZARRI – PIERLUIGI SANGALLI – ALBERICO MOTTA – SANDRO DOSSI

Prova d’Autore balla il... Fox Trot! (Antonio Santori) NUOVE EDIZIONI 50

Il papà di Rigor Mortis oggi parla francese (Massimo Marcucci) RICCARDO CROSA

Sotto il cielo (nero littorio) di Venezia (Claudio Dell’Orso) CORTO MALTESE – HUGO PRATT

Il Far West da ritagliare sul Corriere dei Piccoli: Giorgio Trevisan (Bruno Caporlingua)

Collezionismo Disney in Italia: Anni Cinquanta (Massimo Bonura)

Il fumetto italiano, che  storia! parte seconda (Paolo Gallinari) GIANNI BONO

Tutte le pubblicazioni a fumetti di Hugo Pratt (Antonio Carboni)

sabato 19 novembre 2011

La pubblicità è l’anima del... Fumetto


Mentre ci dà il secondo volume di MICKEY MOUSE e nell’attesa del primo di POGO, la Fantagraphics Books lancia, sotto il marchio Marschall Books, un altro volume, che, pur non essendo parte delle collane di ristampe di fumetti sindacati classici, potrebbe interessare gli appassionati.

Si tratta di “Drawing Power” di Rick Marschall e Warren Bernard, volume di 128 pagine in pesante carta opaca di formato 24x33 cm, stampato a colori, brossurato, rilegato in filo con copertina morbida non plastificata con stampa dei caratteri a rilievo, dal prezzo di $28,99.

La grafica del volume (di Tony Ong) non è di mio gradimento: non mi piace la copertina, parecchie pagine (quelle dei vari portfolio) hanno il fondo colorato in un azzurro che rende difficile la lettura del testo e tutte queste “pagine azzurre” sono pure prive del numero di pagina.

Dal punto di vista contenutistico, il libro offre una veloce ma gustosa cavalcata visiva sui fumetti pubblicitari americani (sorta di caroselli disegnati) e sui personaggi dei fumetti (o i loro autori) usati come testimonial.

Il volume copre il periodo 1870-1940 (un secondo volume coprirà i seguenti 70 anni).

Il libro non è composto solo d’immagini, ma ha anche un testo ad opera di Marschall (con un intervento di Tom Heintjes sull’agenzia Johnstone and Cushing), che ci accompagna dalle origini della pubblicità mediante cartoons fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

Nel complesso è un libro sfizioso e di facile lettura, ma, forse, un qualche “ritocco” alle immagini (che appaiono piuttosto sbiadite) non avrebbe fatto male all’occhio del lettore.

martedì 8 novembre 2011

Notiziario GAF n.44

Nuova serie – settembre 2011 – pag.28+4

I rarissimi: i mitici albi di Topolini nelle numerose edizioni Nerbini (Leonardo Gori, Sergio Lama)

In DVD il primo Flash Gordon sulla schermo (Ernesto G. Laura)

Gli albi Nerbini Anteguerra - II parte (Antonio Cadoni) ZENOBIO BAGGIOLI – CARLO COSSIO – GIOVE TOPPI – GIORGIO SCUDELLARI – VITTORIO COSSIO – EUGENIO SGUAZZOTTI – GUIDO ZAMPERONI – CESARE DEI – UMBERTO NAVA – PAOLO LORENZINI – FERDINANDO VICHI – ORFEO TOPPI – MARIO TEMPESTI – GUIDO FANTONI – GINO SCHIATTI – GAETANO VITELLI – TANCREDI SCARPELLI – YAMBO (ENRICO NOVELLI) – RICCARDO CHIARELLI – LEA SENESI – MONGOZZI (MONDINI-COZZI) – M. MALATESTA – LUIGI MOTTA – ROBERTO LEMMI – EMILIO FANCELLI – GUGLIELMO SOMALVICO – ALDES (ALDO DE SANTIS)

lunedì 24 ottobre 2011

Eccetto Topolino (parte seconda)

Come promesso in un post precedente (http://testanellenuvolette.blogspot.com/2011/09/eccetto-topolino.html), ritorno a parlare dell’imminentissimo saggio “Eccetto Topolino” (sopra la copertina definitiva), che sarà presentato a Lucca il 28 ottobre.

Intanto vi mando al blog relativo: http://eccettotopolino.blogspot.com/

Ma cos’è “Eccetto Topolino”?

Il titolo rimanda subito alla normativa del Ministero della Cultura Popolare, che, nel 1938, bloccò l’importazione di fumetti americani con l’eccezione di MICKEY MOUSE.
Di questo pure parla il libro (e del rifiuto, da parte del regime fascista, del Fumetto, visto come prodotto americano e quindi culturalmente indesiderabile), ma di molto altro.

In effetti, è un approfondito saggio sulla storia dell’editoria a fumetti in Italia dal 1932 alla Liberazione.

Queste date (d’inizio e fine) hanno una loro ragione.

Siamo (giustamente) soliti fare iniziare la storia del Fumetto italiano, nel Natale del 1908, con il primo numero del “Corriere dei Piccoli”.
Tuttavia, anche se il mitico Corrierino pubblicò, sin dall’inizio, fumetti (e pure fumetti americani: BUSTER BROWN era sulla prima pagina del primo numero), si trattava di opere che poco somigliano ai fumetti come li intendiamo oggi (o come, già allora, li intendevano negli Stati Uniti).
Erano brevi storie umoristiche che si esaurivano in una sola pagina, prive di nuvolette e dotate di versi rimati in calce alle vignette (in pratica il “formato SIGNOR BONAVENTURA”).
E anche i fumetti importati dall’America erano adattati in questo formato.
Formato che rimase egemone, in Italia, per un quarto di secolo...

Fu alla fine del 1932 che l’editore milanese Lotario Vecchi ruppe questo dominio, mandando in edicola il settimanale “Jumbo”, la prima rivista italiana di fumetti “moderni” (scusate se non mi dilungo a spiegare il perché).

Identificato il motivo per cui il trio Gadducci-Gori-Lama inizia la sua disamina nel 1932, è facile chiarire perchè questa disamina non può che essere sospesa alla Liberazione.

Solitamente, i collezionisti parlano di Fumetto Anteguerra, ma io preferirei chiamarlo piuttosto “pre-Liberazione”, dato che la guerra in Italia non terminò simultaneamente su tutto il territorio nazionale e certo non terminò con l’armistizio di Cassibile (quello del famoso annuncio dell’8 settembre 1943), poiché i combattimenti proseguirono anche fino al maggio del 1945.

Il motivo per cui, comunque lo si voglia chiamare, questo periodo è un momento fondante nella storia della nostrana editoria a fumetti è legato non solo all’esplosione del moderno Fumetto (soprattutto avventuroso), ma anche alla frizione che si creò quasi subito con gli ambienti accademici e, soprattutto, politici e che portò a uno scontro che avrebbe potuto essere letale per il nostro amato Fumetto.

Il saggio del trio toscano ci proietta così in un complesso intreccio d’interessi economici e politici, nel mezzo del quale si sviluppa l’esplosione dell’editoria e la sua censura, la nascita delle prime scuole fumettistiche nazionali e le prime prese di posizione teorico-critiche.

Tutto questo grazie all’accesso a documenti finora mai analizzati, provenienti dagli inediti archivi di Guglielmo Emanuel (allora agente italiano della King Features Syndicate) e di Federico Pedrocchi (editor-sceneggiatore di primo piano presso la Mondadori).

Un’imperdibile ed eccitante ricostruzione storica, che spazza via diverse vulgate tramandate acriticamente per troppi anni ed offre uno spaccato approfondito degli eventi come dei diversi attori principali di un momento storico-artistico fondamentale per la cultura del nostro paese.

Ma di questo libro riparleremo ancora, nel dettaglio, dopo Lucca...

giovedì 29 settembre 2011

Addio Sergio Bonelli


Stamattina si sono tenuti a Milano i funerali del compianto autore/editore Sergio Bonelli, da oltre 50 anni titolare dell'omonima casa editrice.
Personalmente, non l'ho mai conosciuto e quindi non ho un ricordo da offrire.
Voglio solo esprimere il mio cordoglio per la scomparsa di un uomo che, per 50 anni, è stato giustamente identificato con il Fumetto italiano (e non solo quello popolare).

mercoledì 28 settembre 2011

Eccetto Topolino!

Nel numero di settembre del catalogo “Anteprima” della Pan Distribuzione viene segnalata l’imminente uscita di un nuovo saggio di grande interesse per noi fumettomani (e non solo per noi...).

Eccone una copertina (ma mi è stato detto che non sarà quella definitiva)

ed ecco il testo con cui è presentato il saggio

Esattamente tra un mese, il pomeriggio di venerdì 28 ottobre, a Lucca sarà presentato ufficialmente “Eccetto Topolino” di Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama, pubblicato da Nicola Pesce Editore.
Se sarete a Lucca, vi consiglio di essere presenti all'evento.

Io non ho, ovviamente, ancora visto il libro finito, ma ho avuto l’opportunità di leggerne le bozze, man mano che gli autori procedevano nella loro redazione, e posso assicurarvi che si tratta di un saggio documentatissimo e di grande interesse storico (per tacere della piacevole scrittura) e che consiglio a chiunque di prenotarlo subito.
Intanto sappiate che, presto, torneremo a parlare più dettagliatamente di questo libro (è una promessa).

domenica 11 settembre 2011

Scorchy Von Schmidt

Nel post precedente abbiamo recensito un corposo volume su Milton Caniff e Caniff viene solitamente indicato come l’iniziatore (o, almeno, l’esponente di punta) della Scuola Impressionista Americana, che fece furore tra gli Anni Quaranta e Cinquanta, sia negli Stati Uniti che all’estero e che continua ad avere i suoi adepti.

Essenzialmente, si ricorda che tutto iniziò alla metà degli Anni ’30, all’interno dell’agenzia di stampa newyorkese Associated Press Feature Service, dove un giovane e già molto promettente Noel Sickles aveva ereditato la striscia d’avventure aviatorie SCORCHY SMITH.

Abbandonata la mera imitazione stilistica di John Terry (creatore e precedente realizzatore della striscia) e alla ricerca di una sua linea grafica, Sickles lanciò tra gli autori di strisce sindacate la tecnica chiaroscurale che fu ribattezzata impressionistica.

Se Sickles fu il primo ad introdurre sulle pagine dei fumetti quel disegno sciolto e fortemente ombreggiato, il portabandiera dello stile fu proprio Caniff (compagno di studio di Sickles), che si trovò ad adottarlo quasi subito nel suo TERRY AND THE PIRATES.

Altri autori appartenenti a uno stesso circolo gli si lanciarono dietro.
Alfred Andriola (anche lui lavorante presso Caniff e Sickles) utilizzò il “nuovo” stile per CHARLIE CHAN.
Frank Robbins lo adottò rilevando SCORCHY SMITH e poi passò a realizzare JOHNNY HAZARD per la King Features Syndicate.
Mel Graff prima lo assunse nel suo ADVENTURES OF PATSY (per l'Associated Press) e poi, come Robbins, lo portò alla corte di Hearst, andando a realizzarvi SECRET AGENT X-9.
E chiudo l’elenco degli “untori”, che diffusero il “contagio” stilistico, con Charlie Raab, conterraneo e amico di Sickles e Caniff, ghost artist per CHARLIE CHAN e disegnatore delle ADVENTURES OF PATSY, dopo Mel Graff.

E per ricordare solo altri tre autori di primissimo rango, che si distinsero adottando lo stile impressionista, non mi resta che citare l’americano (di ascendenza ungherese) Alex Toth, l’argentino Alberto Breccia e l’italiano Hugo Pratt.

Ma, tra questi illustri nomi, andrebbe, come involontario ascendente, inserito anche il californiano Harold Von Schmidt...

Se non sapete chi sia Von Schmidt, allora non siete proprio conoscitori in tema d’Illustrazione, dato che il suddetto era un illustratore americano tanto famoso e ricercato ai suoi tempi da permettersi di rifiutare l’offerta di realizzare copertine per il prestigioso Saturday Evening Post.

In generale, Schmidt preferiva lavorare per le riviste (ai suoi tempi un illustratore poteva essere famoso come un divo del cinematografo), ma, occasionalmente, illustrava anche qualche libro.

Uno di questi uscì nel 1929 e fu un’edizione di lusso di “Death Comes For The Archibishop” della scrittrice americana Willa Cather, per la cui realizzazione Schmidt spese due anni di lavoro.

Come ci riporta nel suo ponderoso “America’s Great Comic Strip Artists” il dotto Rick Marshall (e lui solo, a quanto io sappia), Sickles ottenne da questo lavoro di Schmidt l’ispirazione per lo stile impressionista.
Anche a non volersi fidare ciecamente di Marshall, una chiara conferma ci viene indirettamente da Bruce Canwell, che nel suo saggio sul volume “Scorchy Smith And The Art Of Noel Sickles” ricorda come l’artista di Chillicothe fosse un appassionato lettore della Cather...

Anche Sickles, come Von Schmidt, divenne un illustratore di successo e, come lui, particolarmente versato nella rappresentazione di temi storici.
Tuttavia, stilisticamente, solo un rigoroso e brillante senso della composizione li accomunò, dato che Von Schmidt era solitamente molto più “pittorico” del più “grafico” Sickles.

Arricchiscono questo post alcune immagini tratte del “fatidico” libro di Willa Cather (clickateci sopra e s'ingrandiranno).
La somiglianza sia con i disegni per SCORCHY SMITH, sia con i successivi lavori di Sickles (soprattutto per i libri del Reader’s Digest) è notevole.






Mi perdonerete, ma voglio sottolineare due ultime bizzarrie.

La prima è una sciocchezza sui nomi: mi sembra curioso che per disegnare uno Smith (Scorchy), si sia usato lo stile di uno Schmidt (Harold Von).

La seconda è che il protagonista del romanzo della Cather (modellato sulla figura storica dell’arcivescovo che, nell’800, fondò la diocesi del New Mexico) proveniva dall’Ohio (Sandusky).
E il caso vuole che dall’Ohio provenissero quasi tutti i protagonisti della nostra storia: Sickles (Chillicote), Caniff (Hillsboro), Graff (Cleveland), Raab (Wheeling).
Davvero piccolo il mondo!

sabato 3 settembre 2011

Milton Caniff

Uno sciapo agosto, pieno di caldo, rogne e progetti abortiti, se ne è andato.
Per fingere di essere stato meno peggio, nel suo ultimo giorno ci ha offerto l’atteso volume dedicato al maestro di Hillsboro.

È così arrivato nelle nostre manine sudate il librone targato IDW “Caniff: a visual biography”.

Potrei anche concludere qui la mia recensione, dato che il titolo già dice tutto: si tratta di un volume di illustrazioni, ordinate cronologicamente, che nel loro scorrere ci offrono uno spaccato della vita e della superlativa carriera del loro autore.

Il libro è un enorme (cm 28x28, come lo “Scorchy Smith and the art of Noel Sickles”) ed elegante cartonato (fintapelle con impressioni in argento), con sovracopertina, stampato a colori su carta patinata, per i soliti 50 bigliettoni.

Il volume non è privo di un testo (opera di Bruce Canwell come per lo “Scorchy Smith”) ed ha prefazioni di Lucy Shelton Casswell e di Dean Mullaney.
Tuttavia, se lo privassimo di immagini e disdascalie, resterebbero solo poco più di una dozzina di pagine...

Difatti, come promette, questo è un enorme art book, con una quantità di immagini che vanno dall’infanzia alla morte del celebrato autore di TERRY AND THE PIRATES.

Caniff è stato sicuramente il fumettista sindacato cui sono stati dedicati il maggior numero di libri, ma anche il conoscitore più navigato credo troverà qualcosa di nuovo nell’enorme corredo iconografico di quest’opera.
La fortuna dei recensori caniffiani è che Caniff stesso era uno che non buttava niente e, soprattutto, che ha lasciato tutto all’Ohio State University, dove si trova una vera miniera d’oro di materiale.

E il libro scava, andando dai primi disegni pubblicati (in età adolescenziale), ai numerosi lavori per riviste scolastiche e universitarie, alle foto e alle cartoline familiari, ai primi lavori giornalistici (per il Columbus Dispatch) e per L’AP (superlativamente riprodotte molte illustrazioni che accompagnavano la serializzazione di romanzi sui quotidiani), alle vignette (un ricco numero di THE GAY THIRTIES) e, naturalmente ai fumetti (DICKIE DARE, TERRY AND THE PIRATES, MALE CALL e STEVE CANYON, di cui abbiamo la riproduzione di varie sequenze, come pure prezioso materiale promozionale).

E mi fermo qui, ma potrei proseguire all’infinito (328 pagine!).

Da prendere e piazzare in biblioteca accanto allo “Scorchy Smith” e alla ristampa di TERRY, aspettando la ristampa di STEVE CANYON (che, come da pubblicità interna al volume, promette di essere la prima cartonata, la prima con tutte le giornaliere non refilate e la prima con le domenicali a colori).

Un adeguato tributo ad un autore che ricordiamo solitamente come un grande narratore, ma dovremmo ricordare anche come un grande disegnatore.