sabato 3 settembre 2011

Milton Caniff

Uno sciapo agosto, pieno di caldo, rogne e progetti abortiti, se ne è andato.
Per fingere di essere stato meno peggio, nel suo ultimo giorno ci ha offerto l’atteso volume dedicato al maestro di Hillsboro.

È così arrivato nelle nostre manine sudate il librone targato IDW “Caniff: a visual biography”.

Potrei anche concludere qui la mia recensione, dato che il titolo già dice tutto: si tratta di un volume di illustrazioni, ordinate cronologicamente, che nel loro scorrere ci offrono uno spaccato della vita e della superlativa carriera del loro autore.

Il libro è un enorme (cm 28x28, come lo “Scorchy Smith and the art of Noel Sickles”) ed elegante cartonato (fintapelle con impressioni in argento), con sovracopertina, stampato a colori su carta patinata, per i soliti 50 bigliettoni.

Il volume non è privo di un testo (opera di Bruce Canwell come per lo “Scorchy Smith”) ed ha prefazioni di Lucy Shelton Casswell e di Dean Mullaney.
Tuttavia, se lo privassimo di immagini e disdascalie, resterebbero solo poco più di una dozzina di pagine...

Difatti, come promette, questo è un enorme art book, con una quantità di immagini che vanno dall’infanzia alla morte del celebrato autore di TERRY AND THE PIRATES.

Caniff è stato sicuramente il fumettista sindacato cui sono stati dedicati il maggior numero di libri, ma anche il conoscitore più navigato credo troverà qualcosa di nuovo nell’enorme corredo iconografico di quest’opera.
La fortuna dei recensori caniffiani è che Caniff stesso era uno che non buttava niente e, soprattutto, che ha lasciato tutto all’Ohio State University, dove si trova una vera miniera d’oro di materiale.

E il libro scava, andando dai primi disegni pubblicati (in età adolescenziale), ai numerosi lavori per riviste scolastiche e universitarie, alle foto e alle cartoline familiari, ai primi lavori giornalistici (per il Columbus Dispatch) e per L’AP (superlativamente riprodotte molte illustrazioni che accompagnavano la serializzazione di romanzi sui quotidiani), alle vignette (un ricco numero di THE GAY THIRTIES) e, naturalmente ai fumetti (DICKIE DARE, TERRY AND THE PIRATES, MALE CALL e STEVE CANYON, di cui abbiamo la riproduzione di varie sequenze, come pure prezioso materiale promozionale).

E mi fermo qui, ma potrei proseguire all’infinito (328 pagine!).

Da prendere e piazzare in biblioteca accanto allo “Scorchy Smith” e alla ristampa di TERRY, aspettando la ristampa di STEVE CANYON (che, come da pubblicità interna al volume, promette di essere la prima cartonata, la prima con tutte le giornaliere non refilate e la prima con le domenicali a colori).

Un adeguato tributo ad un autore che ricordiamo solitamente come un grande narratore, ma dovremmo ricordare anche come un grande disegnatore.

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