sabato 6 aprile 2013

Troppi colpi da incassare, anche per un duro...

Dopo una lunga attesa, ecco arrivato il volume della Hermes Press che raccoglie la breve serie FROM THE FILES OF... MIKE HAMMER di Mickey Spillane e Ed Robbins.

Si tratta di un cartonato in formato 24x29 cm, con sovracopertina, di 160 pagine patinate lucide, al prezzo di 50 dollari.

Il volume, ha una buona prefazione del giallista Max Allan Collins, ben illustrata e ripresenta quasi tutta la produzione di questo fumetto.

Le giornaliere, in bianco e nero e disposte quattro per pagina nella prima metà del volume, vanno dal 13 maggio 1953 al 20 marzo 1954, mentre la domenicali, a colori e in formato verticale tabloid, vanno dal 26 aprile 1953 al 14 marzo 1954.

Il "quasi" è perché manca la tavola del 17 maggio 1953, che l'editore non è riuscito a reperire (il fumetto non ebbe una grande distribuzione, dato il contenuto poco adatto ad un pubblico familiare e la distribuzione da parte di un'agenzia minore).
Per sopperire alla sua mancanza è stato inserito una sorta di riassunto dedotto, messo, come fosse una didascalia, in alto a sinistra, dentro la domenicale del 24 maggio (un'idea che trova la mia disapprovazione).

Nella postfazione, l'editore spiega come le giornaliere vengano da vecchie proofs, mentre le domenicali siano tutte tratte da tearsheets, perlopiù in formato tabloid, o in altri formati, ma rimontate per adattarsi al formato verticale.

Come già in passato, l'editore vanta il duro lavoro di restauro e mostra esempi di fasi successive di questo.

Se vanti quanta fatica ti è costata far restaurare un'opera, il sospetto è che temi che il risultato non appaia evidentemente all'altezza. E, difatti, il risultato non è all'altezza.

Come per le domenicali di THE PHANTOM di cui abbiamo già trattato, il problema è che il restauro troppo spinto ha creato un obbrobrio.
E non aiuta il fatto che, come al solito, il volume sia stampato a bassa risoluzione (contemporaneamente a questo volume, ho comprato l'undicesimo libro di MARY PERKINS ON STAGE, stampato invece a 1.200 Dpi e, pure su carta opaca, il nitore delle immagini è incomparabilmente superiore).

Continuiamo così, facciamoci del male!

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