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giovedì 2 dicembre 2010

Il piccolo Abner

Mentre la Fantagraphics annuncia il progetto di una ristampa integrale del BARNABY di Crockett Johnson, andiamo a dare un’occhiata a una delle ultime collane dell’altra casa editrice che, nella “guerra delle ristampe”, sembra decisa a tenere un posto di prima linea, la IDW.

Un paio di giorni fa, ho preso in fumetteria il secondo volume della serie di LI’L ABNER.
Per chi si chiedesse il senso di una nuova ristampa dell’opera di Al Capp (considerando che la Fantagraphics l’aveva ristampata anni fa, come, in Italia, sia Scotto che Traini), faccio presente che l’edizione della IDW offre, per la prima volta, anche le tavole settimanali a colori, precedentemente sempre trascurate.

Il volume, un cartonato in fintapelle con sovraimpressioni in argento e sovracopertina plastificata a colori, ha 252 pagine, decentemente stampate su carta opaca pesante, presenta una prefazione del solito Bruce Canwell e o 5 strisce giornaliere (in bianco e nero) o una tavola domenicale (a colori) su ogni pagina. Il formato (verticale) è di cm 24x30 al costo di 50 dollari.

Questo secondo tomo, presenta le annate 1937 e 1938 con la seguente disposizione: prima un anno di giornaliere, poi il corrispettivo anno di domenicali (che seguono fili narrativi autonomi), quindi il secondo anno di giornaliere e, per chiudere, il secondo anno di domenicali.
Purtroppo, nei suoi ultimi libri, la IDW ha smesso di inserire l’indice analitico, che, sarebbe stato d’aiuto per trovare le apparizioni dei vari personaggi del vasto mondo creato da Al Capp (ma è sempre presente la fettuccia segnalibro).

In generale, un libro interessantissimo per poter gustare integralmente (giornaliere e domenicali) l'opera massima del genio di Al Capp.

venerdì 6 febbraio 2009

Al Capp... astuto opinionista?


Con riguardo al cartoonist americano Al Capp (autore, tra l’altro, del famoso fumetto LI’L ABNER), è opinione comune che il suo punto di vista politico sia scivolato, nel corso degli Anni ’60 e ‘70, verso posizioni ultra-conservatrici, in contrasto con quelle decisamente progressiste degli Anni ’40 e ’50.
Queste posizioni non venivano solo espresse nel suo lavoro, ma anche nelle numerose apparizioni come opinionista, in Radio, TV e nei campus universitari cui veniva regolarmente invitato.

Una sorprendente ipotesi relativa a questo cambiamento d’indirizzo politico, ci viene fornita dall’intervista a Tom Scheuer/Sawyer pubblicata sul n.77 della rivista Alter Ego (maggio 2008).

In questa, Sawyer parla del periodo in cui era stato assistente di Capp e offre un suo ricordo dell’ex datore di lavoro: “[...] durante l’era JFK scoprì che non c’era mercato per un liberal (quando Kennedy era presidente non c’era quasi altro) così adottò posizioni conservatrici e la retribuzione dei suoi interventi passò da 3.000 a 10.000 dollari nel giro di una notte. Ed era tutta una finta [...]

Credo sia l’unica testimonianza di questo tono che io abbia mai letto, ma, devo ammettere, coincide molto con l’idea che, negli anni, mi sono fatto di Capp.