venerdì 13 febbraio 2009
Non si vive di solo Fumetto
E, personalmente, mi interessa anche l’Illustrazione.
Così, segnalo il bel volumone “Norman Saunders”, pubblicato da Dan Zimmer (The Illustrated Press, Inc.).
É un cartonato con sovracopertina, di grandi dimensioni (cm 34x22) e con 368 pagine nitidamente stampate su carta patinata, tutte a colori ($39.95).
Il libro è un saggio biografico sull’illustratore Norman Saunders (1907-1989), scritto da un esperto del ramo, suo figlio David Saunders, e riccamente illustrato (la ratio immagini/testo è almeno di 5 a 1).
Chi era Norman Saunders e perché dedicagli questo ricco volume?
Perché non ci si può limitare ai soli Rockwell e Co. e bisogna studiare anche gli autori minori (soprattutto se così interessanti).
In effetti, per dirla un po’ troppo brutalmente, Norman Saunders era un bravo illustratore, ma di serie B.
Non è un insulto alle capacità dell’artista, ma una considerazione dei fatti, dato che Saunders ha prestato la sua opera quasi totalmente al servizio di pubblicazioni di minor prestigio come le riviste “pulp”, i libri tascabili, le “man’s adventure magazine”, le figurine e, persino, le copertine dei comic books.
Considerando che le serie A dell’Illustrazione era occupata dagli autori che lavoravano per le riviste patinate (“slick” e non “pulp”), per i grandi libri illustrati e le grandi campagne pubblicitarie, non si può negare che, nonostante la sua prolifica produzione (si parla di 4.000 illustrazioni pubblicate), Norm Saunders sia sempre rimasto prigioniero di un mercato minore e meno redditizio, ed egli stesso, non riuscendo a compiere il salto di categoria, temette di essere destinato all’oblio.
Per sua fortuna, invece, il collezionismo e la rivalutazione dell’arte popolare, permettono la realizzazione di bei volumi come questo, ricchi non solo di riproduzioni di copertine, ma anche di foto di famiglia, studi, schizzi e inediti.
Iconograficamente, la parte del leone nel libro la giocano le copertine dinamiche e sgargianti delle riviste “pulp”, dei “paperbacks” e delle riviste di “man’s adventure“ (per queste abbiamo anche tante illustrazioni interne), oltre a numerose riproduzioni di figurine della Topps (tra cui l’ormai mitizzata serie “Mars attacks!”).
Ma, accanto a queste opere ben conosciute, anche l’esperto avrà di che stupirsi, trovando immagini inedite (come i numerosi panorami di New York realizzati con l’intenzione frustrata di venderli come copertine alla rivista New Yorker) e due serie di acquerelli di viaggio, la prima realizzata in Cina durante la Seconda Guerra Mondiale e la seconda testimoniante un viaggio in Europa compiuto dopo il pensionamento.
In attesa dell’imminente volume su Reynold Brown, non posso che fare un ulteriore applauso a Zimmer, la cui meravigliosa rivista “Illustration” è già un acquisto obbligato per tutti gli appassionati.
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1 commento:
Grazie per la recensione, come sempre esauriente. Anch'io m'interesso sempre di più all'illustrazione popolare americana e avevo questo libro in wishlist. Ora ho ottimi argomenti per l'acquisto ;-)
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