mercoledì 11 febbraio 2009

Troppa grazia sig. Mullaney...


Come anticipato, parlo del volume dell’IDW “SCORCHY SMITH AND THE ART OF NOEL SICKLES”.
Questo titolo va considerato come letterale, poiché ci indica esattamente cosa aspettarci dal contenuto del volume. Volume che, innanzi tutto, è eccellente da un punto di vista grafico-editoriale.
Si tratta di un bel cartonato in tela, con rilegatura in filo refe e sovracopertina plastificata a colori, 392 pagine e dimensioni un po’ maggiori rispetto ad altri titoli della collana “Library of American Comics” come TERRY AND THE PIRATES o LITTLE ORPHAN ANNIE (è un quadrato di cm 28x28 e non un rettangolo orizzontale di cm 28x21,5).
E tutto questo per soli 50 dollari (meno di quello che costa un misero volumetto della collana “Archives” della DC Comics).

Ma, se come oggetto editoriale è eccellente, per contenuti lo è ancora di più.

Il volume (che come gli altri della stessa collana possiede pure un comodo ed inusuale indice), oltre ad essere ben prefazionato da James Steranko, si “divide” in due parti, contraddistinte anche dal cambio della carta usata.

La prima parte è una ricca e illustratissima biografia di Noel Sickles (oltre che fumettista, un grande dell’Illustrazione), dove, accanto all’accurato testo di Bruce Canwell, abbiamo numerose riproduzioni a colori di lavori dell’artista, il tutto su spessa carta patinata, che ben le valorizza.
Alcune illustrazioni sono poi riprodotte su inserti "estraibili", permettendo di gustarle pienamente senza averle troppo piccole o senza che "scompaiano" nella rilegatura, perché stampate a cavallo tra due pagine (una cosa che, personalmente, odio).
Dato che questa prima parte occupa ben 140 pagine, direi che, da sola, avrebbe già potuto, a buon diritto, costituire un libro imperdibile.

Ma vi ricordo che si tratta solo di un terzo del volume...

La restante parte del libro, ben stampata su carta opaca pesante (più adatta alla riproduzione di disegni al tratto in bianco e nero rispetto alla patinata), presenta tutte le strisce di SCORCHY SMITH scritte e disegnate da Noel Sickles. Non solo il volume ristampa tutte le strisce di Sickles, ma anche le ultime dodici di John Terry (il creatore della serie) e le prime dieci di Bert Christman (il "successore" di Sickles).
Fumetto di avventure aviatorie, SCORCHY SMITH venne iniziato dal modesto John Terry il 17 marzo 1930 per la Associated Press Feature e, tre anni dopo (il 4 dicembre 1933), fu "ereditato" da Sickles che, inizialmente costretto ad imitare lo stile del suo predecessore (supponendo di sostituirlo solo temporanea), si lanciò poi in sperimentazioni grafiche che portarono allo sviluppo di quello stile chiaroscurale, che diede il via alla Scuola Impressionista Americana.
Il volume della IDW presenta le tutte strisce dal 20 novembre 1933 al 4 dicembre 1936 (la striscia del 21 novembre 1936 è l’ultima realizzata da Sickles), per cui come ristampa è assolutamente completa, al contrario dei due volumi della Nostalgia Press (di oltre 30 anni fa), che presentavano solo una ristampa molto parziale e in cui la qualità tipografica del materiale offerto lasciava troppo spesso a desiderare.
Un’ultimo tocco di eleganza editoriale: le pagine in cui sono ristampate le strisce di Terry e quelle di Christman, per essere immediatamente distinte da quelle di Sickles, sono di un bianco avoriato.

Lo SCORCHY SMITH di Sickles era una sorta di santo Graal del Fumetto e in molti avrebbero voluto vederne una ristampa integrale.
Qualche intenzione si era già attuata, quando la rivista "Big Fun Comics" aveva ristampato l’ultimo episodio disegnato da Sickles, ma credo che l’uscita di questo libro della IDW sia stata una felice sorpresa per tutti.
Avere, poi, avuto tutto in un singolo, elegante ed economico volume...

In conclusione, quale difetti riscontriamo in questo volume da sogno?

Il primo è il solito: mancano i titoli giornalieri degli episodi (ma questo avrebbe costretto a una reimpaginazione e ad aumentare la foliazione o a tagliare il bel saggio di Canwell).

Il secondo è l’impaginazione con quattro (e non tre) strisce per pagina.
Le story strips vengono pubblicate con cadenza settimanale dal lunedì al sabato (la domenica, se non esiste una tavola settimanale, che, comunque, potrebbe avere una linea narrativa autonoma, si fa una pausa) e, pertanto, per rispettare questo ritmo, sarebbe sempre il caso di presentare o sei strisce a pagina (cosa che non fa quasi nessuno), o tre strisce a pagina (così la striscia del sabato si ritrova sempre a chiudere la sua pagina e quella del lunedì ad aprirla). Anche in questo caso, la foliazione sarebbe obbligatoriamente aumentata (di una cinquantina di pagine) costringendo o ad effettuare un sostanzioso taglio sulla prefazione, o a trasformare il libro in un volume grosso come quelli della Treccani (senza dimenticare che già abbiamo un libro di cm 28x28).

Forse, volendo salvare il saggio di apertura (e io avrei decisamente voluto), l’unica soluzione per inserire i titoli giornalieri e solo tre strisce a pagina sarebbe stata di scindere l’opera in due tomi (che sarebbero di certo stati necessariamente più costosi, ma anche più maneggevoli).

Difatti, il terzo difetto, che sottolineo ovviamente più per un distorto spirito umoristico che per realismo, è il peso: se la mia bilancia è corretta, il volume pesa più di 2,8 Kg.
Certamente, un libro per collezionisti di polso!

2 commenti:

Donald ha detto...

Magnifica prefazione, Fortunato!
Io ho avuto la sfortuna di vedermi
recapitare, da Amazon, un volume con qualche lieve difetto di stampa
(pagine lievemente più chiare, in chiusura della parte dedicata alle
giornaliere) e grossi "bozi" di colla sulla copertina telata... Questi
ultimi li ho tolti con molta pazienza e il grande amore che questa
meraviglia si merita. Non ho avuto il coraggio di rispedirlo, per una
sostituzione.
Fantastico vedere come Sickles sperimentasse
continuamente, a volte da una settimana all'altra: pennino, retino,
segno "giapponese", tratteggio fitto... Che meraviglia.

fortunato ha detto...

Effettivamente, non stupisce l'abbandono del mondo del Fumetto da parte di un tale irriducibile sperimentatore.
La necessità di mantenere uno stile grafico, tipica della narrativa disegnata, doveva alla lunga stancarlo.
Non credo che si sia trattato solo di un problema economico: la CTNYNS era pronta ad assumerlo, ma Sickles non era più interessato.
L'aspetto grafico lo attraeva più di quello narrativo e il passaggio all'Illustrazione è stato solo il passo conseguente.

Comunque, Steranko, nella sua prefazione al volume, analizza bene tutti i mutamenti stilistici nei tre anni di SCORCHY SMITH.